Tre realtà + Una e un solo polo culturale.

Valorizzare la cultura nelle sue diverse forme utilizzando spazi esistenti, rivalutando i quartieri e le aree adiacenti. Costruire una connessione tra identità locale e prospettive culturali future ad ampio raggio.

Il nostro paese, l’Italia, è rinomato per le sue cattedrali nel deserto, opere faraoniche spesso senza anima, e Pontecorvo non fa eccezione.

L’unico, piccolo, vantaggio é che le nostre opere sono realizzate ma ugualmente non fruibili.

Le tre strutture in questione sono: il museo del tabacco che si trova a Sant’Oliva, il museo delle battaglie sopra a monte Leucio e il centro culturale San Giovannello nei pressi del rione San Rocco. A questi va aggiunta una quarta struttura di cui vi parlerò alla fine. Un ruolo tutto nuovo spetta anche alla  biblioteca comunale.

1 Museo del tabacco

La struttura è da anni terminata ma totalmente non fruibile. Il suo valore potrebbe essere duplice.

Il primo, banale, è legato alla qualità stessa della sua identità; rara in Italia. Infatti i musei con tale caratteristica sono pochissimi quindi considerando la scarsa concorrenza con una buona campagna di comunicazione si potrebbero ottenere buoni risultati in termini di fruizione e valorizzazione.

La seconda utilità della struttura è senza dubbio quella di servire la zona in cui è situata. E’ ragionevole pensare che gli abitanti della contrada potrebbero utilizzarla, magari in parte, per fini didattico/ricreativi incentivando così l’aggregazione.

2 Museo delle battaglie

La seconda struttura di cui possiamo parlare è il museo delle battaglie sito su a Monte Leucio luogo che raccoglie reperti della Seconda Guerra Mondiale con una sala per attività ricreative utilizzata negli ultimi anni per fare concerti.

Anche questa struttura per quanto finita e utilizzabile viene aperta solamente per due  eventi ogni anno e per tutto il resto del tempo non è fruibile. Oltre a questa attività “il museo” produce un opuscolo che annualmente viene distribuito alle forze armate in visita al paese nel giorno in cui si ricorda il terribile bombardamento. Anche in questo caso la gestione non è messa a sistema e il potenziale valore aggiunto della struttura si perde.

Faccio degli esempi:  perché delle diverse pubblicazioni fatte dal museo non ci sono copie nella biblioteca, oppure non esiste una versione digitale da poter scaricare?

Perché non è mai stato creato un comitato per la ricerca storica legato alla Linea Gustav in modo da poter valorizzare non solo la ricerca ma anche il sito?

O ancora, perché non si è mai provato a creare, vista la comunanza con i paesi alleati che ci hanno liberato, un centro studi internazionale legato alle vicende belliche e alle strategie militari cercando di sfruttare anche alcuni dipartimenti universitari?

3 Centro culturale San Giovannello

Anche questa struttura è sostanzialmente terminata ma non fruibile. Essa, come per il museo del tabacco, potrebbe assolvere ad una duplice richiesta, da una parte luogo di aggregazione rionale e magari ospitare il nucleo centrale del museo diffuso di San Rocco bella intuizione del movimento civico Agorà, e come seconda opportunità quella di essere a tutti gli effetti una sala adatta ad ospitare piccoli eventi di carattere culturale.  

Bisognerebbe attrezzare la sala per le diverse attività, e prevedere un regolamento per l’utilizzo in modo da poter garantire una fruizione anche dei privati.

Creare un sistema efficace ed efficiente

Queste tre realtà devono essere accomunate da una sola gestione, bisogna pensarle come una sola grande struttura diffusa sul territorio, cercando di veicolare fondi in maniera puntuale e non ridondante.

Ognuna per la sua vocazione, tutte, per dare una nuova identità al paese

Non è più pensabile affrontare la modernità e l’inevitabile trasformazione delle esigenze culturali di un paese a compartimenti stagni. Va creata  così una sinergia interna e esterna tra le varie componenti in gioco.

Ottimizzare e sviluppare nuove attitudini culturali locali è un il primo passo verso la creazione di una sinergia con le realtà che ci circondano e che da tempo si stanno muovendo verso questa direzione.

Ovviamente non si tratta di creare un calendario eventi, che pure è importante, ma di creare una realtà le cui dimensioni possano dialogare agevolmente con il mondo a noi limitrofo come ad esempio la realtà archeologica di Aquinum, o paesi che valorizzano il loro patrimonio culturale in maniera costante. Da questa posizione si può iniziare a pensare ad un polo culturale più ampio che possa offrire servizi e esperienze culturali qualificanti.

La quarta realtà che all’apparenza potrebbe sembrare fuori luogo è il parco urbano di Monte Menola. Perché citare questa realtà in un contesto di gestione del patrimonio culturale del paese?

Semplicemente perché è un chiaro esempio di come una gestione lungimirante stia portando i suoi frutti. Ovviamente non tutti i servizi e i luoghi possono essere gestiti con l’esperienza dei patti di collaborazione ma è abbastanza ovvio che sistemi integrati funzionano meglio se sono collaborativi. La  

carta vincente del parco urbano di Monte Menola, a mio avviso, non sta solo nella formula utilizzata per la gestione, ma nella capacità dei gestori di aver dato o meglio riportato alla luce l’identità del posto e con questa caratteristica ha iniziato a creare sinergie con le realtà a lui consone, allargando così il suo potenziale.

In definitiva il vero lavoro da fare è pensare, creare, una nuova identità culturale per Pontecorvo che sia in grado di proiettarsi non solo nel futuro ma anche in uno spazio più ampio dei suoi confini

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