Creare un hub culturale e laboratoriale dove le associazioni, L’ente autonomo per il carnevale possano sperimentare ognuna per la propria vocazione, anche con l’ausilio di operatori privati, nuove soluzioni di socialità attiva.

Per questo il Carcere Mandamentale potrebbe essere la soluzione ideale per far partire tale progetto.

Quindi, non una semplice casa della cultura in cui avere una stanza per incontrarsi, ma un vero e proprio spazio, Hub appunto, che possa fare da incubatore di nuove energie sociali e creative.

Di seguito riporto stralci di un paper elaborato da Community Hub che illustra i possibili vantaggi di tale soluzione

I COMMUNITY HUB, UNO SPAZIO SOCIALE NEL MONDO REALE

L’elemento interessante è che in un tempo di contrazione delle risorse, di sfiducia verso i campi della politica e di erosione dei legami sociali, il Community Hub segna un orizzonte di trasformazione nei modi tradizionali di pensare e abitare la città, mentre ibrida fra loro almeno due ambiti cruciali per le politiche delle nostre città: lo sviluppo locale e la rigenerazione urbana.

Assumendo un punto di vista diverso sui temi dello sviluppo urbano, i Community Hub, come li intendiamo in questo documento, mettono anzitutto al centro la relazione persone-comunità. Qui desideri, bisogni e competenze di ciascuno possono emergere, incontrarsi e aggregarsi, dando vita a nuovi legami e appartenenze sociali a vocazione locale. Attraverso la relazione e il riconoscimento reciproco, si moltiplicano le occasioni di scambio, si intrecciano pratiche di prossimità, si socializzano immaginari di futuro: le persone divengono risorsa per i gruppi e le reti di prossimità e, viceversa, i vicinati e le comunità di affinità diventano palestre di capacitazione per le persone.

Community Hub apre uno spazio simbolico di elaborazione di istanze collettive, capaci di produrre e orientare le opzioni di cambiamento locale. Le comunità si ingaggiano come committenza e motore di processi inclusivi di sviluppo territoriale, a forte base sociale, incardinato sulle agency dei loro membri. Le comunità possono essere di pratica e/o territoriali, ma sono comunità reali, caratterizzate da interazione e costruzione di forme di prossimità nello spazio e nel tempo. Tramite un approccio a propagazione, i Community Hub fanno così dello sviluppo locale un processo di sviluppo di comunità, basato su pluralità, coproduzione, circolazione e redistribuzione di valore percepito a più livelli. Ponendosi in continuità con i mutamenti già in corso nelle nostre società urbane, dimostrano di avere uno sguardo aderente alle dinamiche micro-locali andando oltre quindi il solo sviluppo locale.

TRE POSSIBILI DI PUNTI DI FORZA

Almeno tre considerazioni più puntuali contribuiscono a definire alcuni punti di forza di Community Hub, le sue potenzialità di disegno e di intervento nelle società urbane e le opportunità di inserirlo come strumento innovativo nelle agende politiche delle città.

1. Un terreno di policy-making

Community Hub apre alla sperimentazione di una visione non compartimentata dell’urbano, rivelandosi anche un terreno inedito di policy-making e di innovazione istituzionale. Luoghi plurali, versatili e interdisciplinari per esperienze, attori, visioni, bisogni, vocazioni, saperi e impatti territoriali, riconosciamo ai Community Hub la capacità di convocare simultaneamente l’attenzione delle politiche urbane, di quelle sociali, di quelle culturali, di quelle economiche e persino turistiche: spazio, formazione, lavoro, servizi, produzione culturale, inclusione, economie, creatività, commercio. Un cantiere di prova e sperimentazione anche per il policy-maker.

2. Una opzione per le periferie

Community Hub si presta a riconoscere, attivare e portare a valore per i cittadini in particolare quelle aree caratterizzate da ‘vuoti’ urbani, marginalità sociali, terrain vagues e disagio abitativo e sociale. Che siano periferie geografiche o nicchie periferiche disseminate nella città, Community Hub è in grado di trattare simultaneamente la presenza di spazi degradati o in abbandono e la stratificazione sociale, economica e culturale di bisogni, fragilità, desideri, competenze e prospettive che si esprimono ricorsivamente, ma non trovano risposte sistemiche. Diseguaglianze sociali, discomfort abitativo e diversità culturali sono fattori che in periferia trovano una densità maggiore, tale da costituire un’arena di frizione e, allo stesso tempo, un cantiere di creatività sociale. Community Hub è dunque anche una opzione concreta per inserire le periferie fra le priorità dell’agenda urbana.

3. Un campo di innovazione sociale e culturale

Community Hub risponde all’esigenza di costruire nuove ‘ecologie locali’, capaci di produrre sintesi dinamiche fra pratiche di cambiamento che si generano spontaneamente in società e istanze di pianificazione e programmazione del cambiamento orientate dalle politiche. L’innovazione sociale e culturale sono elementi abilitanti e contemporaneamente cerniera chiave fra queste due componenti, i rispettivi saperi e attori. Come specifico ambito di design di processi sociali e culturali che si pone in continuità, senza sostituirvisi, con i processi spontanei in corso dal basso, l’innovazione dispone di visioni, strumenti e metodologie sufficientemente diversificate per accompagnare, amalgamare e sostenere il passaggio che sta al cuore di un Community Hub: da una disseminazione di svariate (spesso micro) esperienze di creatività sociale a nuovi modelli sostenibili di sviluppo socio-urbano, al contempo sostenuti dal basso e abilitati dalle pubbliche amministrazioni.

per leggere il documento completo 

http://www.communityhub.it/

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