Tra il 260 e il 210 a. C. Il primo imperatore cinese Qin Shi Huang si fece creare una fedele e numerosa copia dell esercito che unificò la Cina. Il suo scopo era semplicemente servire l imperatore nell’aldilà, e di fatto a nulla serviva nella vita reale.

Questa copiosa e sostanziale inutilità si ritrova nella presenza delle associazioni culturali in questo paese.

Una pletora di risorse umane  che non “difende” e non promuove cultura.

So benissimo che esistono associazioni molto presenti sul territorio che con molta difficoltà cercano di portare avanti buone idee, ma questo non solo non basta ma non può essere un alibi per una totale assenza di qualità della proposta culturale sia pubblica che privata.

Come sempre quello che manca è una visione d’insieme a cui la politica non riesce a dare una dimensione e una direzione unitaria.

Non è una questione di banale dirigismo da parte di una qualsivoglia amministrazione ma semplicemente organizzativa. Bisogna essere in grado di mettere a “reddito” l’importante mole di risorse umane presenti nel paese.

Il cambio di passo in tal senso si dovrebbe configurare su due livelli: uno strettamente pubblico in cui le amministrazioni ampliano l’offerta culturale e un secondo livello che agisca sulle associazioni presenti e future, normando il loro rapporto con il la pubblica amministrazione.

Ovviamente queste operazioni possono essere fatte in parallelo.

Fase uno: l’amministrazione promuove attività culturali autonomamente

Il  primo passo è quello che di avere una offerta culturale pubblica strutturata, con un programma di carattere pluriennale. Gli eventi estemporanei per renderli efficaci hanno bisogno di molti investimenti monetari e questo è sempre meno possibile per le casse comunali, per questo una degna programmazione porterebbe il paese ad esercitare un ruolo forte in una zona più ampia dei suoi confini.

E non va esclusa la collaborazione con altri paesi per ampliare tale offerta culturale.

Questo tipo di organizzazione dell’offerta culturale permetterebbe alle amministrazioni di essere più efficienti nella programmazione degli eventi stagionali e libererebbe le associazioni del  territorio dalla necessità di produrre eventi di base solo per riempire il palinsesto estivo.

Si dovrebbe rivedere il concetto e l’uso del patrocinio sia quello gratuito che oneroso. l’amministrazione deve mettere la firma solo alle cose che hanno realmente un valore culturale importante, non si può patrocinare tutto, sagre varie comprese, solo perchè  non si è in grado di offrire ai cittadini una costante programmazione culturale.

Fase due: l’amministrazione crea un nuovo rapporto tra le associazioni e il comune

Per mettere ordine al sottobosco delle associazioni presenti sul territorio di Pontecorvo si fa sempre più necessaria l’istituzione di un albo delle associazioni.

Strumento utile per censire le varie realtà presenti e qualificarne l’operato.

Si potrebbe istituire una consulta delle associazioni, questa dovrebbe occuparsi di dare supporto alle varie azioni fatte sul territorio. A tale organo dovrebbe essere obbligatorio iscriversi se si vuole beneficiare di fondi e agevolazioni da parte dell’amministrazione.

La consulta dovrebbe garantire il supporto ad una grande manifestazione locale, come ad esempio il carnevale, oppure promuovere attività in ambito collegiale.

I suoi organismi dirigenti formati dalle associazione e dal comune dovranno svolgere la loro attività a titolo gratuito.

Infine l’amministrazione dovrebbe promuovere e sostenere, anche economicamente, progetti culturali qualificanti creando dei bandi appositi, provare ad istituzionalizzare, rendendole patrimonio cittadino, alcune attività culturali e non solo che da anni vengono realizzate sul territorio.

Di sicuro ci vorrà del tempo ma è necessario iniziare a progettare ora la struttura culturale che potrà un domani rimettere in marcia quell’esercito di pietra e renderlo uno dei motori per il rilancio del paese.

Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro. (Albert Camus)

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